Non è un post sulla neve. E' un post rilassante da venerdì pomeriggio, quando sai che presto uscirai dal lavoro e chiuderai quell'area del tuo cervello per un paio di giorni.
Un post che non vuole infierire sulla condizione delle donne, svedesi o italiane, o sulla triste realtà culturale di certe aree geografiche. Abbiamo detto che è venerdì, no?
Un post che parla di Bianca.
Poche settimane fa mi sono divertita a scrivere su Facebook la classifica dei dieci libri più importanti della mia vita. Un tormentone di gran moda tra gli utenti delle reti sociali (mi spiace di fare l'italianista, ma la parola social network la sopporto appena, la sento dire troppo spesso e credo sia una delle poche parole che viene usata in modo appropriato, il ché mi riempie di tristezza). Scrivere la lista è stato divertente e molto faticoso. I grandi classici inculcati da vecchie professoresse di lettere, che ti entrano nella pelle quando ti lasci andare, han dovuto gareggiare contro titani dell'autodeterminazione adolescenziale come No Logo di Naomi Klein o tutta l'opera omnia di Thoreau. Per non parlare dei libri che mi piacciono e basta, che mi hanno straziato l'anima e tormentato notti in bianco con la lucina accesa, che rileggerei cento volte fino a credere che quella raccontata sia l'unica realtà possibile. Insomma un bel casino.
Dieci è proprio un numero del cavolo. Fossero stati almeno 20, 50, magari 100. Eh sì, perché se, in tutto lo scritto universale, scelgo di leggere qualcosa l'ho già reso importante, degno della mia attenzione, del mio tempo. Ho già scremato e sicuramente qualcuno ha indirizzato la mia scelta.
Un amico che mi ha detto che mi potrebbe piacere un autore, la mia rivista preferita che recensisce con cinque stelline un volume o un libro che è importante per qualcuno a cui voglio bene.
E tante volte hanno scelto per me. Mi hanno regalato libri e li ho letti sempre, perché bisogna dare fiducia a chi regala libri, senza se e senza ma.
Quando ero piccola era diverso.
Andavo alla biblioteca di Ponte San Pietro una volta la settimana. Le uniche cose che potevano aiutarmi nella scelta erano: i titoli, l'immagine di copertina e il profumo della carta.
Nonostante questa limitata capacità di discernimento, le mie letture infantili sono state ottime, segno che c'è più di un'alchimia tra i libri e il lettore.
Per fortuna, tra i volumi disponibili nello spazio Giovani, c'era anche Bianca.
Bianca Pitzorno. Probabilmente non vi dico niente di nuovo. La maggior parte di voi starà sorridendo. Starà pensando ad Asdrubale con i denti ammuffiti e i brufoli di Streghetta Mia, o alla piccola Lavinia infreddolita la notte di Natale, per non parlare di quella furia di Prisca di Ascolta il mio cuore.
Quando lessi Speciale Violante, capii che non avrei mai più potuto fare a meno della letteratura, che i libri non erano solo fatti per imparare, ma anche per sognare.
Devo molto a Bianca Pitzorno, come donna, oltre che come lettrice. Nelle sue storie, il femminismo è raccontato delicatamente, ma senza mezzi termini. Le sue bambine coraggiose e intelligenti sono il preludio delle donne che hanno letto quelle storie da piccole, coraggiose e intelligenti. Alleate, soprattutto.
Le bambine di Bianca Pitzorno sono alleate, amiche, unite. Non si invidiano, non si odiano e percorrono la vita per mano.
Il mito delle amiche invidiose è una stupida trovata dell'imperialismo maschile che ha vissuto per secoli sul "divide et impera", come dice Bianca in una bella intervista.
Oggi mi sono ricordata di lei, del suo elegante lavoro educativo, così importante. Ogni tanto ci si scorda dell'ovvio e io ho vergognosamente dimenticato i suoi libri nella mia top ten.
Forse li ho dimenticati proprio perché vengono prima ancora, prima della consapevolezza di star leggendo e provare piacere nel farlo. Sono stati il faro che mi ha fatto tornare in quella biblioteca per anni.
Se per caso non siete state fortunate quanto me, o la vostra biblioteca non ha potuto sostenervi e siete a corto di Bianca, beh...è ora di cominciare e non importa quanti anni avete. Sono libri per bambine, ma sono libri seri!
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