Lui, lei, l'altro.
Nel mio bagno c'è un cartello che dice: WC (han, hen, hon).
Non avevo idea di cosa volesse dire, ma ero arrivata a capire che c'era un pronome di troppo.
Nel 2012 la Svezia, dopo un lungo dibattito, ha deciso di introdurre il pronome neutro.
Se "han" vuol dire "lui" e hon vuol dire "lei" (ovviamente non poteva che essere impossibile indovinare), "hen" è il pronome usato quando il sesso di qualcuno che viene citato non è conosciuto, o se il sesso di un individuo non è chiaro, o ancora meglio, se non è importante nel contesto in cui si sta discutendo.
Kiv och Monsterhund (Kiv e il cane mostro) è il primo libro per bambini scritto con hen. Kiv non è ne maschio ne femmina, perché come tutti i bambini di sei o sette anni non ha nessun carattere sessuale secondario sviluppato e con un cappellino in testa (come quello a righe verdi che indossa Kiv) nessuno potrebbe essere sicuro che si tratti di un bambino o di una bambina. Così è un personaggio neutro in cui tutti si possono identificare. E anche il suo cane mostro è neutro. Chi lo conosce il sesso dei mostri, in fondo?
Ma libri per bambini a parte...
Immaginatevi una bella lettera di presentazione per un lavoro dove si parla di voi come di un essere senza sesso. Che liberazione!
Oltre al pronome neutro, sono stati approvati in Svezia oltre 170 nomi neutri. Nomi che non sono né maschili, né femminili e il cui compito è quello di ridurre la discriminazione e smontare un po' il circo che si costruisce intorno ai generi. Smantellare i ruoli, insomma.
"Hen" è la gallina che ha fatto impazzire la Svezia. Non tutti sono stati soddisfatti di questa nuova trovata, ma la pollastrella senza sesso è entrata nella routine dei vichinghi senza troppi intoppi.
Da bravi cittadini diligenti, gli svedesi, insegnano il pronome neutro ai corsi per stranieri, introducendo una certa confusione e una possibilità in più di sbagliare.
Non potevo che apostrofare con un bel pronome neutro il mio compagno di banco, un uomo del Kuwait orgogliosissimo della suo genere!
Mi chiedevo in italiano come sarebbe? Elli? Loi?
Loi è meglio. Sembra quasi un nomignolo.
"Credo che loi sia un buon candidato per questo lavoro, ha grandi potenzialità e un'ottima preparazione."
Con una selezione dei curricula senza sesso, forse ci sarebbe la possibilità di limitare la discriminazione almeno nelle fasi preliminari della scelta dei candidati per qualsiasi lavoro.
E poi, e poi...e poi è chiaro che non basta un pronome. Quella all'eliminazione della discriminazione di genere è un'attitudine, qualcosa che permea i piccoli gesti, quelli quotidiani, quelli di cui nessuno si accorge ma che sono gli unici che fanno davvero la differenza.
Intanto mi accontento di andare in libreria a cercare Kiv e il suo cane mostro! (per vedere la copertina vai alla photogallery)
"Mi accorsi che dovevo andare a Nord; così, senza pensarci troppo, mi misi a camminare"... Schegge di un cervello e un corpo e un cuore (di femmina) in fuga.
mercoledì 21 gennaio 2015
martedì 13 gennaio 2015
Pattini d'Argento
Non era anche il titolo di un romanzo di formazione di quelli tragici e tristi? Quello del bambino olandese che rinuncia a partecipare alla corsa sui pattini per pagare il medico che salverà la vita di suo padre?
Ecco, ha fatto bene, a saltare la corsa sui pattini!
Pattinare può rivelarsi insidioso.
Non parlo delle pattinate da Sud d'Europa. Una bella piazza addobbata per Natale, un sicuro e confortante spazio chiuso ricoperto di ghiaccio, un bar con la cioccolata calda a un tiro di schioppo.
Eh no! Scordatevi tutti i comfort.
Se le cose sono "alla svedese" significa che sono ideate per infliggere sofferenza.
In primis, in Svezia non si pattina in città. Nossignore!
Si pattina sul lago ghiacciato! Perché creare il ghiaccio quando ce n'è ovunque?
Secondo: se vi presentate con i jeans e il parka da passeggio sappiate per lo meno che sarete gli unici.
Per pattinare ci si veste di tutto punto!
Terzo: niente cioccolata a portata di mal di piedi, niente bar, niente esercizi commerciali in generale. In the middle of nowhere, mi sembra l'espressione che meglio descrive la condizione del pattinatore nordico.
Ultimo punto, ma il più importante: il senso unico. Attenzione: il lago è grande, non è possibile ripulirlo su tutta la sua superficie, così le macchinine spazzaneve puliscono una pista che fa il giro completo del lago. A senso unico!!
Quante volte all'anno andate a pattinare? Una? Di solito la seconda di Natale, con un bel cappone ripieno e una fetta di panettone alla crema nella pancia? Ecco! Quindi se il lago misura 5 km sul lato lungo e più o meno 3 sul lato corto, dubito che riuscirete nell'impresa del giro completo.
Non credete agli svedesi che vi dicono che "ci vorrà un'oretta", ma li avete visti?? Sono alti due metri, con le spalle più larghe di voi sdraiati e hanno ai piedi dei pattini che sembrano due transformers! Non siate sciocchi!
Sappiate che dovrete mangiare al freddo, forse sotto la neve e che la vostra dannata cioccolata la potrete bere solo quando sarete di nuovo a casa vostra e che non dovete farvi prendere dal panico se qualcuno, guardando l'orologio, osserva: ci rimane soltanto un'ora di luce!
Apocalypse Now!
State sereni e non chiamate l'elisoccorso troppo presto!
Questi piccoli accorgimenti avrebbero già dovuto farvi passare la voglia. Nel caso ci fosse qualche temerario, vi riporto le cinque regole degli svedesi sul pattinaggio sul ghiaccio.
Tenetevi forte!
1. Prima di decidere dove recarvi per la vostra domenica di sport estremo consultate l'apposito sito web a proposito della condizione del ghiaccio di tutti i laghi prattinabili della Svezia. Io l'ho cercato per un'ora. Poi ho lasciato stare. Chiedete a uno svedese qualunque e giurerà che il sito esiste!
2. Non andare mai da soli! Se il ghiaccio sul lago si rompe, meglio ci sia qualcuno a guardarvi affogare piuttosto che farlo senza nemmeno un selfie!
3. Saggiate il ghiaccio! Con un bastone battete sulla superficie del ghiaccio per cercare di capire quanto sia spesso, prima di mettere le lame sul lago. Credetemi, non ne avrete idea anche dopo averlo fatto.
4. Portate con voi degli oggetti appuntiti da tenere a portata di mano per aggrapparvi fermamente al ghiaccio nel caso quest'ultimo si rompesse regalandovi un bagno tonificante.
Tutti gli svedesi hanno due di questi oggetti appuntiti di metallo agganciati attorno al collo e giurano siano indispensabili. Portatevi anche una corda, da lanciare ai vostri amici che, radunati intorno al buco in cui state sguazzando, proveranno a tirarvi fuori, se ne avranno il coraggio.
5. Scegliete bene i vostri pattini. Sì, perché non ce n'è un solo tipo. Te pareva?
Ci sono, per semplificare, principalmente due tipi di pattini. A lama lunga, i più gettonati perché con quelli si va più veloce (come se la velocità fosse ciò che voglio ottenere la domenica pomeriggio con gli amici!) e quelli da hockey, quelli a cui siamo abituati, meno veloci sulle lunghe distanze ma più agili.
La buona notizia è che noleggiarli in città costa 5 euro e si trovano occasioni uniche sui siti di oggetti di seconda mano, potete trovare il vostro paio per meno di 10 euro!
Dimmi che pattini usi e ti dirò chi sei!
Il mio consiglio è di portare un po' di italianità in the middle of nowhere.
Arrivare con vestiti da città, ignorare quelli che sfrecciano a cento all'ora guardando solo avanti e apparecchiare alla meglio un bel pic nic nella neve, con tanto di lasagna e parmigiana nella borsa termica! Velocità a parte, il paesaggio è davvero mozzafiato!
Ecco, ha fatto bene, a saltare la corsa sui pattini!
Pattinare può rivelarsi insidioso.
Non parlo delle pattinate da Sud d'Europa. Una bella piazza addobbata per Natale, un sicuro e confortante spazio chiuso ricoperto di ghiaccio, un bar con la cioccolata calda a un tiro di schioppo.
Eh no! Scordatevi tutti i comfort.
Se le cose sono "alla svedese" significa che sono ideate per infliggere sofferenza.
In primis, in Svezia non si pattina in città. Nossignore!
Si pattina sul lago ghiacciato! Perché creare il ghiaccio quando ce n'è ovunque?
Secondo: se vi presentate con i jeans e il parka da passeggio sappiate per lo meno che sarete gli unici.
Per pattinare ci si veste di tutto punto!
Terzo: niente cioccolata a portata di mal di piedi, niente bar, niente esercizi commerciali in generale. In the middle of nowhere, mi sembra l'espressione che meglio descrive la condizione del pattinatore nordico.
Ultimo punto, ma il più importante: il senso unico. Attenzione: il lago è grande, non è possibile ripulirlo su tutta la sua superficie, così le macchinine spazzaneve puliscono una pista che fa il giro completo del lago. A senso unico!!
Quante volte all'anno andate a pattinare? Una? Di solito la seconda di Natale, con un bel cappone ripieno e una fetta di panettone alla crema nella pancia? Ecco! Quindi se il lago misura 5 km sul lato lungo e più o meno 3 sul lato corto, dubito che riuscirete nell'impresa del giro completo.
Non credete agli svedesi che vi dicono che "ci vorrà un'oretta", ma li avete visti?? Sono alti due metri, con le spalle più larghe di voi sdraiati e hanno ai piedi dei pattini che sembrano due transformers! Non siate sciocchi!
Sappiate che dovrete mangiare al freddo, forse sotto la neve e che la vostra dannata cioccolata la potrete bere solo quando sarete di nuovo a casa vostra e che non dovete farvi prendere dal panico se qualcuno, guardando l'orologio, osserva: ci rimane soltanto un'ora di luce!
Apocalypse Now!
State sereni e non chiamate l'elisoccorso troppo presto!
Questi piccoli accorgimenti avrebbero già dovuto farvi passare la voglia. Nel caso ci fosse qualche temerario, vi riporto le cinque regole degli svedesi sul pattinaggio sul ghiaccio.
Tenetevi forte!
1. Prima di decidere dove recarvi per la vostra domenica di sport estremo consultate l'apposito sito web a proposito della condizione del ghiaccio di tutti i laghi prattinabili della Svezia. Io l'ho cercato per un'ora. Poi ho lasciato stare. Chiedete a uno svedese qualunque e giurerà che il sito esiste!
2. Non andare mai da soli! Se il ghiaccio sul lago si rompe, meglio ci sia qualcuno a guardarvi affogare piuttosto che farlo senza nemmeno un selfie!
3. Saggiate il ghiaccio! Con un bastone battete sulla superficie del ghiaccio per cercare di capire quanto sia spesso, prima di mettere le lame sul lago. Credetemi, non ne avrete idea anche dopo averlo fatto.
4. Portate con voi degli oggetti appuntiti da tenere a portata di mano per aggrapparvi fermamente al ghiaccio nel caso quest'ultimo si rompesse regalandovi un bagno tonificante.
Tutti gli svedesi hanno due di questi oggetti appuntiti di metallo agganciati attorno al collo e giurano siano indispensabili. Portatevi anche una corda, da lanciare ai vostri amici che, radunati intorno al buco in cui state sguazzando, proveranno a tirarvi fuori, se ne avranno il coraggio.
5. Scegliete bene i vostri pattini. Sì, perché non ce n'è un solo tipo. Te pareva?
Ci sono, per semplificare, principalmente due tipi di pattini. A lama lunga, i più gettonati perché con quelli si va più veloce (come se la velocità fosse ciò che voglio ottenere la domenica pomeriggio con gli amici!) e quelli da hockey, quelli a cui siamo abituati, meno veloci sulle lunghe distanze ma più agili.
La buona notizia è che noleggiarli in città costa 5 euro e si trovano occasioni uniche sui siti di oggetti di seconda mano, potete trovare il vostro paio per meno di 10 euro!
Dimmi che pattini usi e ti dirò chi sei!
Il mio consiglio è di portare un po' di italianità in the middle of nowhere.
Arrivare con vestiti da città, ignorare quelli che sfrecciano a cento all'ora guardando solo avanti e apparecchiare alla meglio un bel pic nic nella neve, con tanto di lasagna e parmigiana nella borsa termica! Velocità a parte, il paesaggio è davvero mozzafiato!
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